Essere convocati per un colloquio significa uscire per un momento dalla condizione di persona in cerca di lavoro e ritrovarsi davanti ad una specifica opportunità, di fronte ad una specifica sfida con gli altri. Non combatti più nel mondo fuori ma in un processo di selezione definito.
Per gestire al meglio il colloquio e vincere la sfida ci sono una serie di accorgimenti di cui tener conto. Cominciamo però con il distinguere alcune tipologie di colloquio che possono rappresentare opportunità e contesti diversi. La prima cosa da fare quindi è cercare di riconoscere al meglio il tipo di colloquio che dovrai sostenere.
Anzitutto distinguiamo tra:
- colloquio in azienda
- colloquio con intermediario (Agenzia per il Lavoro o società di Ricerca e Selezione)
Poi differenziamo tra:
- colloquio ottenuto per autopromozione (autocandidatura)
- colloquio ottenuto per risposta al mercato (risposta ad annuncio)
Colloquio in azienda: devi convincere ad investire su di te.
Se è un colloquio ottenuto per autopromozione dovrai cercare di capire cosa ha in mente l’azienda per te, cosa ha pensato quando ha deciso di convocarti per un colloquio, perché l’ha fatto. Capire questo ti aiuterà a proporti in modo più mirato, convincendo maggiormente l’azienda a scommettere su di te. In questa situazione potrebbe anche essere utile avanzare delle proposte collaborative all’azienda.
Se invece sei ad un colloquio per aver risposto al mercato, sai esattamente cosa pensa l’azienda. Ti ha chiamato per valutarti in funzione di una specifica esigenza. In questo caso, sarà più facile proporti in modo collegato alla ricerca.
Colloquio presso una società di Ricerca e Selezione: devi convincere a presentarti in azienda.
Qui parliamo sicuramente di colloquio per risposta al mercato. In questo caso infatti, ti interfacci con qualcuno che deve capire se è il caso o meno di presentarti al suo cliente: l’azienda per la quale sta seguendo la selezione.
Colloquio in Agenzia per il Lavoro: devi convincere a presentarti all’azienda per la quale segue la ricerca oppure a promuoverti presso altre aziende.
Questo potrebbe essere sia di risposta al mercato, legato ad uno specifico annuncio al quale hai risposto, oppure libero, nel senso che anche se tu hai risposto ad un annuncio l’agenzia ti convoca per valutare in generale la spendibilità del tuo profilo. Durante il colloquio devi riuscire a far capire all’Agenzia che sei motivato, che lavori beni e che possono fidarsi di te, che mandandoti in azienda faranno un figurone e che l’azienda cliente sarà contenta.
Partendo da questi presupposti, che potrebbero aiutarti ad inquadrare una situazione di colloquio nel modo giusto e di conseguenza ad impostare un atteggiamento efficace, devi considerare un’altra grande verità, un punto di vista che spesso non utilizzi:
chi ti fa il colloquio vuole che vada bene, desidera che tu sia la persona giusta!
Proprio cosi, hai capito bene. Di solito pensi il contrario. Forse la scuola, gli esami, l’abitudine a essere valutati ci porta a vedere il colloquio da un’altra prospettiva. Sembra che chi ci sta davanti vuole metterci in difficoltà, vuole farci fuori, vuole bocciarci, come un professore cattivo.
Ma per quale motivo dovrebbe farlo? Puro divertimento? Se pensi agli obiettivi che ha una persona quando ti fa un colloquio, ti accorgi che le cose sono ben diverse, capovolte. Infatti chi ti fa un colloquio ha tutto l’interesse che questo vada a buon fine.
Se è un colloquio in azienda, la persona delle risorse umane potrà godere del fatto di aver trovato la persona giusta, prendendosi i complimenti del suo capo. Un responsabile di funzione o un titolare sarà contento di aver individuato quello che li serviva. A nessuno piace l’idea di fare un colloquio perché questo non porti a niente, sarebbe una perdita di tempo.
La stessa cosa vale per l’Agenzia per il Lavoro o la società di Ricerca e Selezione. Un colloquio che va bene significa trovare la persona giusta per il proprio cliente, quindi la possibilità di concludere il lavoro positivamente, fare contento il cliente e guadagnare. Ogni giorno in più che ci mette a chiudere la ricerca meno guadagna.
E anche se non vai bene per una specifica ricerca, vedere un buon profilo in colloquio per un intermediario è comunque vantaggioso, perché potrà promuoverlo verso aziende con maggiori possibilità di successo.
Un colloquio che va male insomma, non serve a nessuno e rappresenta una perdita di tempo e denaro.
La verità è da quando vieni convocato per un colloquio, dall’altra parte c’è sempre qualcuno che spera che tu sia la persona giusta e credimi, lo spera con tutto il cuore, crede in te, scommette su di te. Quando entri in colloquio ci sono sempre i migliori presupposti perché questo vada bene, sei tu che non te ne accorgi, non li vedi.
Se prima di un colloquio sei in grado in inquadrare la situazione, capire quali sono gli interessi dall’altra parte e partire da questi presupposti, allora avrai già fatto un ottimo lavoro perché entrerai in colloquio con l’atteggiamento di chi vuole instaurare una collaborazione e le aspettative giuste, quindi con il sorriso.
La maggior parte delle persone approccia la colloquio con un atteggiamento diametralmente opposto, spaventato, teso, convinto di essere sotto esame, di conseguenza sorride poco, è poco piacevole e porta il colloquio verso un’atmosfera negativa.
Il colloquio parte sempre bene, se diventa teso, triste, spiacevole, irritante, sappi che nella maggioranza dei casi sei tu la causa.