Dal lavoratore alla risorsa umana

FINO A QUALCHE ANNO FA LE AZIENDE AVEVANO BISOGNO DI LAVORATORI, OGGI, CERCANO RISORSE UMANE.

 

Se vuoi risultare interessante per il mercato del lavoro, non essere più un lavoratore, diventa una Risorsa Umana!

 

Il lavoratore era colui che prestava braccia e gambe all’azienda in cambio di uno stipendio. Questo non si interessava di cosa doveva fare o perché lo doveva fare, lo faceva e basta. Era più legato ad una filosofia del tipo: “dimmi quello che ce da fare, che io lo faccio!”.

Il rapporto di lavoro che si creava, è andato bene ad entrambe le parti per anni e ha rappresentato il motore delle imprese.

L’azienda, dal canto suo, non aveva problemi di ordini – il suo prodotto era sempre richiesto –aveva invece il problema di riuscire a produrre in tempo, imballare, spedire, fare le fatture e tutto il resto. Per questo motivo accettava di buon grado gambe e braccia disposte a dare il loro tempo in cambio di uno stipendio.

 

Rapporto utilitaristico azienda-lavoratore

 

Su questo meccanismo si è sempre basato il rapporto utilitaristico azienda-lavoratore, asettico, disinteressato dagli obiettivi e dalla condivisione del progetto aziendale. Le due parti non si interessano ma si utilizzano a vicenda: l’azienda riesce a produrre e la persona guadagna uno stipendio.

In un contesto sempre più competitivo e difficile come il mercato di oggi, le aziende però hanno molti altri problemi da superare prima di preoccuparsi dei tempi di produzione. Eppure molte persone continuano ad approcciare cercando di vendersi come lavoratori, proponendo braccia, gambe e tempo, disinteressandosi completamente dell’azienda ma focalizzandosi sulla richiesta di uno stipendio in cambio.

Questo rapporto di lavoro, basato sul freddo scambio di dare-avere, non appaga più le aziende. Non è vero che le imprese non hanno più bisogno di nessuno, abbiamo questa visione perché cercano meno lavoratori e più risorse umane.

 

La Risorsa Umana

 

è una persona che comprende e crede nell’azienda, si interessa a quello che gli viene chiesto di fare, cerca di farlo al meglio e, soprattutto, sa perché deve farlo. Condivide gli obiettivi dell’azienda e vuole aiutarla a raggiungerli, come fossero anche un po’ suoi. Non presta solo gambe, braccia e tempo ma anche testa, idee, entusiasmo, contatti, energia. Costruisce con l’impresa un rapporto emotivo, non più utilitaristico.

 

Per queste persone l’azienda è disposta ad investire perché se prima i lavoratori erano il motore dell’impresa, oggi le risorse umane sono la sua competitività.

Non proporre più in azienda il tuo tempo e le tue braccia in cambio di uno stipendio, probabilmente non susciterai il suo interesse. Prova invece a presentare il tuo coinvolgimento, le tue idee, la tua passione e la tua voglia di partecipare attivamente alle sfide e vedrai che dall’altra parte come minimo alzeranno le antenne.

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